Negli ultimi mesi, o meglio da quando è scoppiata la pandemia ed abbiamo assistito tutti increduli (e impotenti) al crollo del turismo con miliardi di prenotazioni cancellate e da rimborsare, mi capita sempre più spesso di ritrovarmi a rispondere a questa domanda: “Come potrà ripartire il turismo ed in particolare quello extra alberghiero (che poi è stato il primo a ripartire in questa strana estate che ci siamo lasciati alle spalle)?”.

Me la fanno durante gli interventi che, come relatore, sono invitato a tenere in occasione di fiere, eventi di settore o corsi di specializzazione post lauream, ma capita lo stesso anche quando parlo con colleghi, giornalisti o con rappresentanti delle Istituzioni.

Ed è normale che sia così perché di fatto ci facciamo tutti la stessa domanda e nessuno può predire il futuro; di certo, però, molti di noi hanno gli strumenti per capire in che direzione stiamo andando e di cosa non si possa fare a meno per resistere e, perchè no, risorgere.

Tanto per iniziare sono arrivate finalmente le prime stime autorevoli su quanto abbiamo perso in questo 2020: l’ENIT ha previsto un calo di 4-5 punti del Pil rispetto al 13% del 2018 e del 2019.

Numeri che sono nemici del buonumore. Ciononostante, alla fatidica domanda ricordata sopra io continuo a rispondere sempre nello stesso modo: prima o poi la luce in fondo al tunnel sarà molto più di un miraggio perchè il Covid rappresenta uno shock esogeno e non una crisi del settore in sé. In altre parole, così com’è arrivato ad un certo punto passerà.

Le vacanze in appartamento poi o, più in generale nelle case italiane, sono state le prime a ripartire per una serie di plus concreti che è possibile anche rafforzare ulteriormente: in primis la sicurezza, seguita da minore promiscuità per assenza di aree comuni tipiche degli hotel, spazi più ampi e convertibili tra esigenze di lavoro e relax, privacy. Senza contare che più il soggiorno si allunga più il costo della vacanza scende, costo che come sappiamo si può utilmente dividere se si viaggia insieme prenotando la stessa casa.

Meglio confidare nel nostro business model che in Confucio


Ecco che allora sicurezza, flessibilità, innovazione, adeguamento dell’offerta e necessità per tutti gli operatori professionali del mercato del vacation rental di abbattere i costi fissi e considerare l’aggregazione di competenze come unica via di rilancio sono i driver principali per la ripartenza. Come Italianway li mettiamo in campo ogni giorno e li condividiamo con tutti i partner che entrano nel nostro network.

Cosa è meglio fare mentre aspettiamo che la pandemia cessi e si torni ad una nuova normalità? Aspettare lungo la riva del fiume il cadavere del nostro nemico (leggi Covid) non è una strategia realistica né economicamente sostenibile.

Meglio lavorare per farci trovare pronti perché, nel frattempo, il mondo dei cosiddetti affitti brevi è cambiato e cambierà ancora, come dimostra ad esempio anche il fenomeno del cosiddettoholiday working che per primi come Italianway abbiamo vissuto questa estate e segnalato già a inizio agosto con un boom di prenotazioni pari al 20% del totale. Protagonisti un nuovo tipo di viaggiatori “bleisure”, che sempre più optano per un soggiorno in cui mixano svago e business: si lavora da remoto ma la casa di proprietà è piccola e angusta e finora sfruttata solo per dormire; ora le esigenze cambiano, tanto più per chi non ha figli in età scolare e, pur continuando a lavorare, si può spostare in coppia o con amici alla scoperta degli angoli d’Italia meno battuti a livello turistico e tutti da scoprire.

I driver della ripresa


La prima regola è vivere con meno costi fissi possibili, considerare l’aggregazione di competenze, concentrarsi su ciò che si sa fare bene e puntare lì tutti gli investimenti, distribuendo all’esterno le competenze su cui si è meno forti.

Ogni azienda è fatta di una catena del valore costruita sull’erogazione di tanti servizi e non è più detto che debba “fare tutto in casa” sostenendo costi che non è più in grado di sostenere. Meglio parcellizzare alcune attività attraverso l’outsourcing pagando fee a chiunque è in grado di fare parte del lavoro. E’ nato così ad esempio il progetto partner di Italianway che ha consentito a tanti colleghi, diventati clienti, di abbattere costi fissi avvalendosi di una serie di servizi erogati da noi.

Seconda regola, adeguare l’offerta: il brutto si vende male, mettiamocelo in testa, soprattutto nell’ospitalità e le case che vengono e verranno prenotate sempre di più sono quelle belle, curate, senza problemi manutentivi, con spazi adeguati; non necessariamente case di lusso per pochi ma case che rappresentano esattamente l’aspettativa del cliente per il tipo di soggiorno che vuole fare.

Terza regola, abituiamoci alla flessibilità: il tipo di incertezza che stiamo vivendo permarrà nel tempo e ancora a lungo faremo fatica a prenotare un viaggio con un anno di anticipo, a versare grosse caparre o a pensare di esserci impegnati con dei soldi che potremmo non avere indietro.

Quarta regola, l’innovazione prima di tutto: il turismo è un settore che in qualche modo può regalare l’illusione che tutto sia facile, perché l’Italia è uno dei paesi più belli del mondo, e che sia sufficiente aspettare che i viaggiatori arrivino. Abbiamo scoperto con questa pandemia che non è così, che bisogna innovare, avere idee, trovare modo nuovi per attrarre turisti, viaggiatori, persone battendo su altri tasti come standard di sicurezza sempre più alti abbinati magari alla proposta di nuovi angoli d’Italia da scoprire in cui vivere magari esperienze all’insegna dell’outdoor.

L’Italia – non ho dubbi – è il paese da cui il turismo ricomincerà, perché in cima alla lista dei desideri dei viaggiatori di tutto il mondo c’è sempre e comunque il sogno di visitare il nostro paese.

ll sentiment verso il nostro Paese è sempre e comunque ottimo e circa l’85% di turisti italiani e stranieri (su 4mila, intervistati dall’ENIT) considera oggi l’Italia come un paese sicuro, un paese nel quale le misure adottate permettono di passare una vacanza tranquilla godendo delle sue bellezze. E lo sa anche Angela Merkel che ha invitato i suoi a viaggiare da noi. Fondamentale farsi trovare pronti.

26 Ottobre 2020

Autore:

MARCO CELANI

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